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È un naso all'insù, a contemplare quel capolavoro del geniaccio di Michelangelo che è la Cappella Sistina. È il volto superbo del Mosè, pensando che Michelangelo, sempre lui, "girò" la faccia quando la statua era ormai già completata (!)
Sono quei palazzi a tinte tenui del centro storico. Così semplici, così belli, così italiani.
È una passeggiata nel verde sull'Appia antica, a pensare come cavolo è possibile che duemila (DUEMILA) e più anni fa, in mezzo a tutto questo, ci fossero degli impianti termali così grandiosi.
Roma, canta De Gregori, è come una "cagna in mezzo ai maiali" ed in effetti qui ci sono buche enormi, traffico incessante, auto blu arroganti.
Poi arriva l'ora del tramonto, sei in piazza di Spagna, sali su per Trinità dei Monti, ti affacci. Ti guardi intorno, vedi gli occhi di chi è vicino a te. Sono gli stessi della cappella Sistina, delle Terme di Caracalla, della Fontana di Trevi, di chissà quanti altri luoghi racchiusi in questa città. Sono occhi innamorati.
Roma è la città eterna perché, nonostante tutto, non puoi smettere di amarla.

Roma

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