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  • Immagine del redattoreAlitaki

Ogni giorno


Ogni giorno provo ad avvicinare la mia vita a quella che ho in testa.


Spesso, se non sempre, mi pongo tante domande. Sto facendo bene? Che cosa ho sbagliato? Delle volte torno sui miei passi, delle altre mi chiedo se non potessi fare di meglio. Ma, alla fine, accetto quello che è stato, e attendo con fiducia ciò che sarà. Nel frattempo, mi godo quello che è.

Ho lasciato la strada maestra, o forse era maldestra. I soldi, l'appagamento, la stabilità. Ho imparato a sentire la sofferenza, a farci amicizia, e a lasciare che mi consigliasse. Non ho mai avuto la pretesa che gli altri mi capissero, ma mi sono sempre sforzato perché mi comprendessero. Col tempo, ho provato ad accettare chi mi sta di fronte, prima di giudicarlo. Poi sono andato oltre, perché giudicare non è mai la cosa giusta. Certo, bisogna avere idee, o per meglio dire ideali. Per loro si deve combattere, litigare, sputare sangue. Ma, in quanto alle opinioni, quelle possono sempre cambiare. E quando lo fanno, è meglio sedersi e aspettare. In fondo, il mutamento è segno di vita.

Ho accolto il destino come una benedizione, un aiuto dall'alto, dal basso e dal dentro. Continuo a emozionarmi ogni qualvolta si presenta una persona, un odore o un momento che una volta chiamavo combinazione, e adesso è diventato segnale. Ho imparato l'amore, in primis quello per la persona che vedo allo specchio ogni giorno. Mi sono divertito a prendermi in giro, farmi beffe delle mie debolezze, mettere in discussione i punti di forza. Ho viaggiato dentro di me, ma non abbastanza, e vorrei continuare. Ho accolto la solitudine, preziosa compagna di vita per lunghi momenti. Ma non mi sono mai chiuso in me stesso, non ho mai detto di no a prescindere. E ho sempre creduto alla forza del sentimento, alla volontà di costruire qualcosa di forte. E non ho mai avuto la pretesa né l'intenzione di farlo da solo.

Ho pianto, di gioia e di felicità. Mi sono battuto forte sul petto per la disperazione, e ho alzato gli occhi al cielo in segno di gratitudine. Mi sforzo, ogni sera, nello scovare qualcosa di speciale nella giornata appena conclusa. Quasi sempre, ci riesco.

Faccio, disfo, progetto, mi illudo e sogno. Vivo cercando di non avere troppo il controllo, lasciando che sia il corso delle cose a cullarmi nei momenti di noia o sconforto.


Di notte, chiudo gli occhi e ascolto il respiro. È leggero, a volte persino sereno.

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