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  • Immagine del redattoreAlitaki

La Lanterna alle spalle

Quando da bambino andavo in Sardegna era normale. Con i miei genitori ci appostavamo a poppa, a vedere i marinai che con mosse veloci scioglievano le cime dalle bitte e facevano salpare la nave. Genova era davanti a noi, addossata su di "una collina alpestre", come scriveva Petrarca. Mio padre cercava inutilmente di farmi vedere dove fosse casa nostra, io mi accontentavo dei palazzi affacciati sul mare che scorrevano lenti, come appoggiati sopra a un nastro trasportatore. Verso l'imbrunire, quando la città era ormai un ricordo sfocato di luci, la vedevamo. La Lanterna ci faceva l'occhiolino, con i suoi due fasci così vicini tra loro. Rimanevo abbagliato a guardarla, la Lanterna, mentre mia madre insisteva affinché mi mettessi il kway altrimenti "ti prendi un malanno e ci ricordiamo la vacanza".

Ho continuato a fare lo stesso anche crescendo, tutte le mie partenze dal mare sono state con lo sguardo proteso, prima di tutto, verso Genova, come se mi dovessi giustificare perché me ne stavo andando lontano da lei.

Oggi non è andata così. Soffiava un'aria fresca, quasi primaverile in questo strano pomeriggio di giugno e io Genova l'ho salutata distrattamente, speriamo che non ne abbia a male. Perché questa volta è diverso, questa volta come mai prima lo sguardo, il cuore e tutto il resto sono già all'orizzonte. Lasciando il porto l'acqua del mare prende sempre più colore, da grigia diventa verde, quindi azzurra e infine blu. Si accende come un amore che cresce pian piano, non l'avevo mai notato fino in fondo.

In fondo, se ci penso bene, so che Genova, la mia Zena, non ne avrà a male. Lei è una di quelle che non opprime, ma ti lascia andare, per poi accoglierti quando e come vuoi, facendosi ritrovare esattamente com'era.

Quest'oggi, a guardare il mare ormai blu cobalto, il cielo che da azzurro stinge in un arancione che poi volge al rosa, mi viene solo voglia di andare. Mi concentro, mi tuffo, mi fiondo su quello che c'è davanti, mentre la luce della Lanterna si spegne alle mie spalle.

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