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  • Immagine del redattoreAlitaki

Anna e Marco



La sera era rischiarata da una luna grande, piena e bianca come una palla. Il cielo era di un giallognolo tendente al verde, come il tappeto di un biliardo. Le uniche stelle erano quelle di un flipper, in un bar.

Lei era una come tante. Aveva una fronte spaziosa, pelle bianca, capelli scuri e lisci, una frangetta irriverente a nascondere uno sguardo un tempo pieno di luce. Anna con le amiche parlava di tutto, e di tutto si annoiava. Per tanto tempo aveva sognato di raggiungere il fratello, emigrato dieci anni prima a New York, ma non gliel’avevano permesso. Aveva l’animo buono ma guai a dirle una parola sbagliata, era così permalosa. Delle volte, mentre tornava a casa col treno, chiudeva gli occhi fino a sentire male. Sperava, al riaprirli, di ritrovarsi in una villetta di Brooklyn, con l’erba tagliata corta e un cane bianco a farle le feste. Dentro aveva tanta tristezza, come una stella di periferia.

Lui aveva dei capelli ricci e biondi, che cadevano disordinati su delle spalle adunche e spigolose. Le gambe erano ossute, ai piedi portava delle adidas giallo-blu, taglia 46. Marco aveva una mamma a cui badare, malata da tempo e ormai dispersa nei ricordi. La sorella, di tredici anni più piccola, reclamava quell’affetto mai avuto dal padre, un ubriacone fuggito tempo addietro. Marco aveva il cuore sempre in allarme e trascorreva gli unici momenti di svago nel bar del paese, con gli amici di sempre. Dentro aveva tanta amarezza, come un lupo di periferia.

Conosceva appena quel tipo che stava bevendo un Martini. Gli gettò un’occhiata frettolosa, poi tornò a guardare la pallina del flipper, che schizzava impazzita sotto la teca di vetro. “C’è qualcuno che vuole fare un giro ?”. Chiese il tipo al bancone. “Devo portare la moto a mio cugino, non mi va di fare il viaggio da solo”. La pallina finì in mezzo alle due palette. Game Over. “Vengo io”, disse Marco. Non sapeva come sarebbe tornato, né dove sarebbe andato, una volta in città, quella domenica sera.

Quella domenica sera, Anna non si perdeva un ballo. Era al “The Stars”, le stelle, un locale pulcioso e di poche pretese. Adagiata su una poltrona di pelle logora, con una coca cola ormai tiepida nel bicchiere, guardava con avidità la gente muovere i propri corpi. Arrivò un ragazzo con una camicia di flanella a quadri, delle adidas giallo-blu, di sicuro non un habitué di quel locale, proprio come lei. Ballava tenendo fermo il busto, scalciando con le gambe in avanti al ritmo di musica, sembrava un cavallo. Marco vide Anna che sorrideva, lui fece lo stesso, confuso. C’era, in un angolo, una checca che faceva il tifo.

“Vuoi ballare?” Chiese Marco. Anna si ritrovò a stringere delle mani calde, leggermente sudate. Lui la guardava di sottecchi, incerto sul da farsi. Il locale si stava ormai svuotando, per terra era pieno di cartacce e cicche di sigaretta. Anna portava una spilla sul maglione.

“Ma dimmi tu!” Disse lui.

“Cosa?” Chiese Anna, sorpresa.

“No, dico, la stella che hai l+i davanti. E’ che sono finito in questo locale perché mi piaceva il nome. E ora…”

Ma dimmi tu, pensò Marco. Dimmi tu dove sarà, la strada per le stelle.

Sempre più vicini, i due continuarono a ballare e con tre salti furono fuori dal locale. Su un cartello appeso al muro c’era la pubblicità di una compagnia aerea, reclamizzava nuove linee verso gli Stati Uniti. “Ma l’America è lontana, dall’altra parte della luna”, pensò Anna. Marco fece segno di guardare per terra. Si era rovesciata una scatola piena di brillantini. Ce n’erano certi con la forma rotonda, altri rettangolari, e poi altri ancora a forma di stelle. Sopra c’era la luna in silenzio, la luna di città, la luna che camminava con loro.

Sui volti dei due era dipinta un’espressione da commedia americana quando passò un cane piccolo e nero, annusò il mucchietto di stelle per terra, abbaiò e poi se ne andò. Anna e Marco passarono fuori tutta la notte, Lui che voleva andare lontano, lei che avrebbe voluto morire.

Qualcuno li vide tornare, tenendosi per mano.


Puoi ascoltare questa e altre storie tratte dalle canzoni d'autore italiane sul podcast Storiautorato: https://open.spotify.com/show/12U6akTX0iwZqszResRIgT?si=2UCO97yWTAGI76HHmsXMRw


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